Parlare di “alimenti funzionali” è molto di moda, ma cosa significa esattamente?
Vediamo di darne una definizione: gli alimenti sono considerati funzionali quando le ricerche scientifiche ne scoprono i benefici effetti sulla salute e nella prevenzione delle malattie.
Oggi, infatti, la ricerca scientifica ha modo di studiare l'efficacia del cibo sul nostro benessere psicofisico ed ha la capacità di identificare nuove molecole naturali, derivanti per lo più dal mondo vegetale, che possono portare benefici alla nostra salute.
I cibi “potenzialmente più interessanti” per la nostra salute, con effetti fisiologici positivi, sono quindi in continua crescita e sono tutti definiti funzionali.
Esistono anche composti e molecole con effetti benefici che non possono essere definiti dei veri alimenti ma semplici sostanze funzionali: per esempio le vitamine, gli acidi grassi omega 3, i carotenoidi o i polifenoli. La scienza ha dimostrato il loro valore funzionale e i cibi che li contengono maggiormente sono quindi da considerarsi a tutti gli effetti cibi funzionali.
Ecco alcuni cibi funzionali che si consiglia di consumare per stare in salute e invecchiare bene.
1. Cibi che contengono gli acidi grassi Omega 3
Tutti abbiamo sentito parlare di Omega 3, un acido grasso essenziale molto importante che compone le nostre membrane cellulari. Anche se non ne conosciamo i dettagli, ormai sappiamo che questi acidi grassi hanno un effetto positivo sulla salute: sono utili per il sistema circolatorio, per il sistema nervoso, per la vista e per combattere i radicali liberi. Possiamo quindi affermare che i cibi che contengono Omega3 come il pesce - in particolare salmone, aringhe, sgombri e pesce azzurro – sono alimenti funzionali perciò utili al nostro organismo. Per i vegetariani, che non assumono pesce, esistono nobili sostituti vegetali come le noci, i semi di lino e le alghe, che contribuiscono a raggiungere il fabbisogno giornaliero (circa 2 grammi al giorno) di questo prezioso acido grasso essenziale. Oggigiorno esistono in commercio numerosi test che permettono di studiare e valutare il quadro degli acidi grassi costituenti le nostre membrane cellulari, evidenziandone eventuali carenze. Col passare degli anni, questi test si stanno affermando come un valido strumento per analizzare lo stato di infiammazione dell'individuo.
2. Cibi che contengono vitamine e polifenoli
E' stato dimostrato che le vitamine e i polifenoli (molecole funzionali) contenuti negli alimenti che consumiamo hanno un forte potere antiossidante e antinfiammatorio. Ma come facciamo a sapere quali sono i cibi che contengono più sostanze funzionali? Esiste una scala, chiamata ORAC (Oxygen Radicals Absorbance Capacity), che elenca la maggior parte degli alimenti in base al loro valore antiossidante; consultandola possiamo facilmente identificare quali alimenti siano più efficaci.
Facendo qualche esempio, una tazza di mirtilli ha un valore antiossidante circa 10 volte maggiore di un kiwi e sette volte di più di un grappolo di uva. Esistono inoltre tabelle che descrivono, in base alle sostanze funzionali contenute nei cibi, il valore antinfiammatorio dell'alimento (IF rating), in questo caso scopriamo che i peperoncini, la curcuma o lo zenzero sono potentissimi antinfiammatori. Certamente non possiamo pensare di vivere seguendo delle tabelle, riusciremmo a farlo per poco tempo e, anche se è utile sapere che esistono cibi funzionali più potenti di altri, il giusto consiglio (almeno per i cibi antiossidanti e antinfiammatori) rimane sempre quello di consumare tutti i giorni il più possibile frutta e verdura colorate, almeno 5 porzioni al giorno e magari di colori diversi. Bisognerebbe cercare di abituare i bimbi fin da piccoli a queste abitudini, facendo sì che assaggino tutti i giorni frutta e verdura.
3. Cibi fermentati
Questi cibi si conoscono da centinaia di anni e vengono prodotti utilizzando microrganismi vivi. La fermentazione lattica è il processo chimico che permette a tali microrganismi di produrre quel dato cibo e di mantenerlo a lungo cambiando forma, odore, consistenza e sapore. In questi cibi sono proprio i microrganismi utilizzati per la produzione industriale ad essere utili per la salute dell'uomo. I microrganismi in questione sono i batteri lattici che, assunti col cibo, agiscono come colture probiotiche: favoriscono il ripristino della flora intestinale, producono molecole bioattive con diverse funzioni sul sistema immunitario e quindi sul benessere della persona. I più noti alimenti funzionali fermentati sono gli yogurt, semplici o addizionati di altri ceppi probiotici - lattobacilli e bifidobatteri - e sostanze prebiotiche, utili cioè a fare crescere i ceppi stessi – inulina e oligofruttosio. Tra i cibi fermentati si conoscono anche i kefir, i formaggi, oltre che (soprattutto nel Nord Europa) i crauti e le barbabietole fermentate. Anche in questo caso la cosa più utile è variare molto per poter beneficiare al meglio di tutte le molecole bioattive prodotte dai ceppi batterici. Un altro cibo fermentato molto utilizzato è il riso rosso fermentato. In questo caso la fermentazione avviene da parte di un lievito (di colore rosso) e non più un batterio. Il lievito di colore rosso durante il processo di fermentazione alcolica si arricchisce di statine naturali che aiutano ad abbassare i livelli di colesterolo alto e possono essere assunte quindi da chi ha problemi di ipercolesterolemia. Proprio a causa della particolare efficacia di questo lievito, si raccomanda di consultare il proprio medico nel caso in cui lo si volesse assumere in concomitanza ad un trattamento con statine farmacologiche.
Per concludere, per poter scegliere in modo consapevole e sempre più personalizzato i prodotti migliori per la nostra salute, è utile conoscere cosa contengono gli alimenti e quali siano le loro proprietà funzionali, soprattutto nel caso in cui le sostanze funzionali siano aggiunte ai cibi stessi dall'industria alimentare. Sicuramente il consiglio sempre valido è variare il più possibile i cibi e mangiare tanta frutta e verdura!
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